L’assegno rappresenta da secoli uno strumento cardine nelle dinamiche economiche sia locali che internazionali, consentendo la gestione e il trasferimento di somme di denaro anche molto rilevanti tramite un documento appositamente predisposto. La sua natura specifica lo rende particolarmente adatto a essere utilizzato, ma anche sottoposto a rigorosi controlli per garantirne la piena validità ed efficacia.
Nonostante la sua diffusione sia in calo, l’assegno continua a rivestire un ruolo importante in determinate circostanze, risultando ancora oggi estremamente utile, ad esempio, per il trasferimento di ingenti somme di denaro, come nel caso dell’acquisto di immobili, tra cui una casa. Affinché un assegno sia considerato valido, è fondamentale che venga compilato correttamente e che rispetti alcune condizioni imprescindibili.
Il modello dell’assegno è soggetto a una compilazione accurata, che può avvenire in diverse modalità; in caso contrario, il documento perde la sua validità e può essere considerato nullo. Se si riceve un assegno, è opportuno verificare con attenzione alcuni dettagli specifici per evitare spiacevoli inconvenienti. Allo stesso modo, se si è chiamati a emetterne uno, è essenziale ricordare alcune informazioni fondamentali.
La natura dell’assegno
L’assegno è un documento strettamente collegato all’ambito bancario, che consente il trasferimento di somme di denaro a favore di soggetti specifici. Oggi, strumenti digitali e trasferimenti elettronici hanno in parte sostituito la funzione tradizionale dell’assegno, offrendo modalità più rapide e sicure per entrambe le parti coinvolte.
Le prime forme di documenti simili all’assegno risalgono addirittura all’epoca romana; successivamente, tale strumento è stato adottato e adattato da diverse culture occidentali e, in seguito, a livello globale. L’assegno è sempre stato associato a transazioni di importo significativo, rappresentando per decenni un mezzo insostituibile per la gestione di spese rilevanti.
Oggi, sebbene il suo utilizzo sia meno frequente, un correntista può facilmente richiedere un blocchetto di assegni presso la propria banca; in alcuni casi, il servizio è incluso senza costi aggiuntivi. Gli assegni sono soggetti a una serie di normative che ne regolano l’emissione e l’utilizzo, garantendo così la sicurezza e l’efficacia dello strumento.
Cosa controllare
L’assegno deve essere compilato in tutte le sue parti principali: è necessario indicare la località di emissione, specificando il comune, la data in cui viene emesso, e l’importo sia in cifre sia in lettere, riportando anche i decimali, qualora presenti, anche se si tratta di zeri.
È fondamentale indicare il nome del beneficiario, ovvero la persona fisica o giuridica a cui è destinato il pagamento. Per importi fino a 1.000 euro, l’assegno deve riportare la dicitura “non trasferibile”, poiché tale limite è stabilito per impedire la trasferibilità a terzi (spesso questa opzione è già preimpostata sul modulo dell’assegno).
Un assegno non trasferibile può essere riscosso esclusivamente dal beneficiario indicato, mentre un assegno trasferibile può essere “girato” a un altro soggetto, sia esso una persona o una società. Fondamentale è la presenza della firma, che costituisce la garanzia dell’autenticità e della validità del titolo: la firma deve essere chiara e ben leggibile.
Altri elementi da controllare
Affinché l’assegno sia accettato, è indispensabile che sia compilato in modo preciso e completo; in caso contrario, il rischio è che non possa essere utilizzato. È importante verificare attentamente la data di emissione, che deve corrispondere a quella effettiva: un assegno postdatato può comportare il rischio che, al momento dell’incasso, non vi siano fondi sufficienti sul conto dell’emittente.
È inoltre necessario prestare attenzione alle condizioni fisiche dell’assegno: il documento deve essere integro, privo di strappi, abrasioni o parti mancanti. In genere, gli angoli mancanti sono il segno che l’assegno è già stato controllato e incassato in precedenza dagli operatori bancari.
La normativa vigente prevede diverse regole: ad esempio, non è consentito trasferire denaro tramite assegni tra privati senza una specifica descrizione della causale, né per importi superiori a 3.000 euro. Inoltre, per assegni di importo superiore a 1.000 euro, la dicitura “non trasferibile” deve essere sempre presente; in caso contrario, si rischiano sanzioni amministrative anche di migliaia di euro.
Assegno e assegno circolare: differenze
Esistono principalmente due tipologie di assegno: quello ordinario e quello circolare. L’assegno ordinario è la forma più comune, mentre l’assegno circolare viene utilizzato soprattutto per trasferimenti di somme particolarmente elevate. L’assegno ordinario può essere emesso sia da privati che da aziende, mentre l’assegno circolare può essere emesso esclusivamente dalla banca.
L’assegno circolare, inoltre, garantisce sempre la copertura dell’importo indicato, che viene bloccato dalla banca fino al momento dell’incasso da parte del beneficiario. Questa caratteristica rende l’assegno circolare uno strumento particolarmente sicuro e affidabile per il trasferimento di somme importanti.