Il tema del precariato rappresenta da anni uno degli argomenti più discussi e sentiti nel panorama lavorativo italiano. Si tratta di una questione che coinvolge moltissimi lavoratori e lavoratrici, i quali desiderano, dopo lunghi periodi di incertezza e una successione di contratti temporanei, poter finalmente accedere a un impiego stabile, ben retribuito e possibilmente coerente con il proprio percorso di studi e le proprie aspirazioni professionali.
Le tipologie di contratti di lavoro dipendente
Le forme contrattuali che possono essere stipulate tra datore di lavoro e lavoratore sono numerose e contribuiscono a rendere il mercato del lavoro estremamente articolato e diversificato. Ogni tipologia di contratto si distingue per durata, mansioni previste, tutele offerte al lavoratore e specifiche normative di riferimento. Il contratto maggiormente associato alla condizione di precarietà è senza dubbio il contratto a tempo determinato.

Chiunque abbia avuto almeno un’esperienza lavorativa, con molta probabilità si è confrontato, anche solo per un periodo, con questa tipologia contrattuale. La sua caratteristica principale è la presenza di una data di scadenza: ogni contratto a tempo determinato stabilisce un termine oltre il quale il rapporto di lavoro si conclude, a meno che non venga rinnovato, lasciando il lavoratore nuovamente in cerca di occupazione.
La durata di questi contratti può variare da pochi giorni fino a un massimo di 24 mesi, salvo alcune eccezioni previste dalla legge. I settori in cui il contratto a tempo determinato è maggiormente diffuso sono quelli caratterizzati da una forte stagionalità, come l’agricoltura, il turismo e la ristorazione, ma non mancano impieghi in ambiti diversi, compresi quelli pubblici, come il settore scolastico.
Altre tipologie di contratto da lavoro dipendente
Il contratto a tempo determinato, in alcune circostanze, viene utilizzato dalle aziende come periodo di prova per valutare le competenze e l’inserimento del lavoratore, con la prospettiva di un’eventuale assunzione a tempo indeterminato. Tuttavia, la principale criticità lamentata da molti riguarda proprio la mancanza di certezze e di stabilità, soprattutto nel lungo periodo.

L’altra forma contrattuale da lavoro dipendente, particolarmente ambita, è il contratto a tempo indeterminato, considerato la modalità più solida e duratura di rapporto di lavoro. Questo tipo di contratto, infatti, non prevede una scadenza prestabilita e può essere interrotto solo per giusta causa, licenziamento o dimissioni volontarie.
I vantaggi derivanti dalla sottoscrizione di un contratto a tempo indeterminato sono molteplici: dalla possibilità di accedere più facilmente a mutui e finanziamenti, alla maggiore sicurezza economica nel tempo, fino alle tutele garantite in caso di malattia o altri eventi imprevisti. Tuttavia, ottenere questa tipologia di contratto può risultare particolarmente complesso, soprattutto per chi si affaccia oggi al mondo del lavoro.
Da precaria a lavoratrice stabile, come fare?
Il percorso che porta dalla condizione di lavoratrice o lavoratore precario, spesso caratterizzata da una successione di contratti a termine, a quella di dipendente stabile con contratto a tempo indeterminato, non è sempre agevole. Tuttavia, esistono alcune strategie efficaci che possono facilitare questa transizione, come illustrato nei paragrafi successivi.

Investire nell’acquisizione di competenze specifiche e altamente richieste nel proprio settore può rendere il profilo professionale più appetibile agli occhi delle aziende, soprattutto se arricchito da certificazioni e qualifiche rare. Accettare inizialmente contratti a termine può rappresentare un passo strategico, che, con perseveranza e dedizione, può aprire la strada a opportunità più stabili e durature.
Alcune aziende, più di altre, sono propense a investire nella crescita e nella formazione del personale. Informarsi sugli obiettivi aziendali e sulle esperienze di altri dipendenti può essere utile per orientare in modo mirato l’invio del proprio curriculum. A tal proposito, è fondamentale curare e aggiornare costantemente il curriculum vitae, poiché rappresenta il primo strumento di presentazione professionale.
Alcuni utili consigli
Se ricevi una convocazione per un colloquio presso l’azienda che desideri, è importante prepararsi con attenzione per affrontare al meglio questa opportunità. Informarsi sulla mission e sui valori aziendali consultando il sito ufficiale può aiutare a fare una buona impressione e ad aumentare le probabilità di essere selezionati.

Anche l’atteggiamento durante il colloquio gioca un ruolo fondamentale: dimostrarsi motivati, proattivi e disponibili (nei limiti delle proprie possibilità) alle esigenze dell’azienda può rappresentare un valore aggiunto. Il dialogo costruttivo e la capacità di confrontarsi sono elementi chiave sia per la crescita personale sia per contribuire positivamente all’ambiente di lavoro.
In conclusione, come puoi vedere, sono numerosi i fattori e le condizioni che possono influenzare la decisione di un’azienda di offrire un contratto a tempo indeterminato. Il percorso non è sempre lineare e spesso può essere costellato di ostacoli, ma con determinazione, impegno e un pizzico di pazienza, è possibile raggiungere l’obiettivo di una posizione lavorativa stabile e soddisfacente!