Il frassino è una delle specie arboree più diffuse nei nostri territori, grazie alla sua notevole capacità di adattamento e alla crescita vigorosa. Il suo legno, apprezzato per l’elasticità e la resistenza, lo rende particolarmente ricercato in diversi ambiti. Nella maggior parte dei casi, il frassino si sviluppa con l’aspetto tipico di un grande albero, raggiungendo dimensioni imponenti e una presenza maestosa nel paesaggio.
Nonostante la sua robustezza e l’aspetto imponente, il frassino è soggetto a numerose avversità che possono comprometterne la salute. Se queste problematiche non vengono riconosciute e affrontate tempestivamente, possono causare danni gravi e persino la morte della pianta. In particolare, alcune malattie e parassiti rappresentano una minaccia significativa, tanto da aver ridotto la diffusione di questa specie in alcune aree.
Rimane comunque un albero largamente presente e apprezzato anche per il suo valore ornamentale. Per garantirne la protezione e la longevità, è fondamentale adottare misure preventive e strategie di difesa mirate, oltre a sfruttare le sue naturali capacità di resistenza. È importante, quindi, riconoscere tempestivamente i rischi specifici che possono minacciare il frassino e intervenire con soluzioni adeguate.
Diffusione
Il frassino non si identifica con una sola specie, ma comprende oltre 50 varietà appartenenti al genere Fraxinus. Alcune di queste specie sono adatte alla coltivazione nei giardini, mentre altre, per le loro dimensioni considerevoli, trovano il loro habitat ideale nelle foreste. Alcuni esemplari possono superare i 35 metri di altezza e vantare una notevole longevità.
In contesti locali, il frassino si distingue per la sua resistenza e capacità di adattamento, risultando comune sia nelle regioni del Nord Europa che in Italia. Si tratta di una pianta versatile, che predilige la mezzombra e non richiede particolari attenzioni riguardo al tipo di terreno. È stato uno degli alberi più diffusi e importanti anche per le antiche civiltà, che ne hanno sfruttato le molteplici qualità.
Il legno di frassino è da sempre molto apprezzato per la sua elasticità, robustezza e resistenza. Oltre a essere un ottimo combustibile, si presta bene anche agli innesti, facilitando il reintegro delle piante e rendendolo ideale per la riforestazione di aree boschive abbattute.
Cura del frassino
La coltivazione del frassino inizia spesso con l’innesto, poiché la semina richiede tempi piuttosto lunghi. Per questo motivo, si preferisce utilizzare giovani piante di almeno due anni, da trapiantare in terreni soffici, ben lavorati e con una buona capacità drenante, evitando così il rischio di marciume radicale, soprattutto nelle prime fasi dopo l’innesto.
Durante la crescita iniziale, è consigliabile associare all’albero un palo di sostegno, che aiuti la pianta a svilupparsi in verticale. Una concimazione regolare, preferibilmente a base di letame, è fondamentale durante gli anni di sviluppo, fino al raggiungimento della maturità.
Il frassino, se coltivato nelle condizioni ideali, è una pianta quasi autosufficiente e non necessita di potature frequenti. Queste dovrebbero essere evitate fino a quando la pianta non raggiunge almeno i due metri di altezza, poiché i giovani arbusti non tollerano bene i tagli, che possono risultare troppo invasivi e dannosi per la loro crescita.
Il “problema” del frassino
Negli ultimi anni, la diffusione di alcuni microrganismi, tra cui un fungo particolarmente insidioso, ha rappresentato una minaccia crescente per il frassino. Questo patogeno, difficile da individuare a occhio nudo, può risultare estremamente dannoso e spesso conduce alla morte della pianta. La diffusione di questo fungo, originario probabilmente delle regioni occidentali dell’Asia, è iniziata nei primi anni ’90.
Il gruppo di funghi noto come Hymenoscyphus fraxineus attacca il frassino soprattutto durante l’inverno, ma può colpire anche in primavera. I primi sintomi si manifestano con la comparsa di macchie scure sulle foglie più vecchie, che progressivamente si estendono anche a quelle giovani, portando infine al deperimento dei rami e del tronco.
Attualmente non esistono rimedi definitivi contro questa malattia, ma un’attenta e regolare ispezione della pianta permette di intervenire tempestivamente, eliminando i rami infetti tramite potature mirate. L’utilizzo di concimi specifici può inoltre arricchire il terreno, rendendolo meno favorevole allo sviluppo del fungo e contribuendo così a proteggere la pianta.
Danni
La diffusione di queste patologie ha determinato una significativa riduzione del numero di frassini, specie nelle regioni del centro-nord Italia, dove erano particolarmente comuni. Sebbene non esistano cure risolutive per gli esemplari presenti nei boschi, è possibile adottare alcune pratiche, come una corretta irrigazione e l’apporto di nutrienti specifici, per ridurre il rischio di infezione.
Spesso i danni causati dalla malattia rendono necessario l’abbattimento della pianta, ma una cura costante e attenta, a partire dall’osservazione regolare, può contribuire a salvaguardare il frassino. È inoltre consigliabile, durante la messa a dimora, evitare di piantare gli alberi troppo vicini tra loro, così da limitare il rischio di contagio diretto tra esemplari della stessa specie.