
Ogni specie vegetale, che sia coltivata o spontanea, ha delle esigenze e delle necessità che, se non soddisfatte, possono portare a una sofferenza, a una crescita rallentata e, nei casi più gravi, alla morte. Uno dei fattori che può influenzare il benessere delle piante è l’acqua. Il ristagno idrico, in particolare, è l’aspetto su cui ci focalizzeremo.
Ristagno idrico: perché si viene a creare
Un eccessivo apporto di acqua alla pianta e, di conseguenza, al substrato terricolo che la ospita rappresenta una condizione che, soprattutto in presenza di alcune specie particolarmente sensibili, potrebbe avere conseguenze negative sul suo benessere e sul suo sano e vigoroso sviluppo. Differentemente da quello che si può pensare, infatti, non solo la carenza ma anche l’eccesso di acqua può essere sfavorevole.

Ti è mai capitato di toccare il terreno nei pressi di una pianta, sentirlo completamente asciutto e pensare “adesso la bagnerò così starà meglio” ma poi non vedere i risultati sperati? Ebbene, uno dei motivi potrebbe essere che l’acqua fornita possa essere stata eccessiva e possa aver creato alla pianta degli ulteriori problemi, più che delle soluzioni alla siccità.
Ovviamente, tanto più a lungo il terreno risulterà inzuppato di acqua, tanto maggiori saranno le probabilità che si possano creare condizioni sfavorevoli alla crescita della pianta. Terreni argillosi e poco drenanti possono favorire tale condizione, lo stesso vale per vasi sprovvisti di fori di drenaggio o per sottovasi pieni d’acqua.
Quali sono le conseguenze del ristagno idrico?
Un terreno carico d’acqua, soprattutto nel caso in cui contenga un discreto quantitativo di particelle d’argilla che tendono a trattenerla, può portare a conseguenze negative a livello dell’apparato radicale. Il terreno, infatti, a differenza di quello che si può pensare, contiene degli spazi vuoti che sono pieni di aria.

E’ proprio quest’aria che fornisce alle radici l’ossigeno di cui necessitano. Se l’acqua presente nel terreno è in eccesso, va a riempire questi vuoti, espellendo l’aria precedentemente presente e creando condizioni di anossia, ovvero mancanza di ossigeno. L’anossia può provocare asfissia delle radici e creare le condizioni ottimali per il verificarsi di marciumi.
Ovviamente, la sofferenza che si verifica a livello radicale si può riflettere anche sulla parte aerea della pianta, potendo provocare ingiallimento delle foglie (che tendono a cadere con facilità), maggiore suscettibilità all’attacco da parte di agenti patogeni, come funghi e batteri, e ai cambiamenti climatici, crescita rallentata o bloccata.
Scopri le piante più suscettibili al ristagno idrico!
Non tutte le specie vegetali reagiscono allo stesso modo all’eccesso di acqua nel terreno. Scopriamo adesso quali sono le piante che sarebbero più suscettibili e, che, quindi, dovrebbero essere salvaguardate dai ristagni idrici per non comprometterne definitivamente la crescita e il benessere. Partiamo dalle piante che per eccellenza sono le più resistenti alla siccità.

Stiamo parlando delle piante succulente, ovvero le cosiddette piante “grasse”. Proprio per le loro caratteristiche, queste mal tollerano gli eccessi di acqua. Anche molte piante aromatiche, rustiche e resistenti, possono trovare nel ristagno un nemico da evitare. E’ il caso della lavanda, della salvia, del rosmarino, del finocchietto e così via.
L’olivo, il ciliegio, il pesco e l’albicocco sono ulteriori esempi di specie vegetali che, in presenza di ristagno idrico, potrebbero andare incontro a sofferenza. Non solo questi ma anche altri alberi da frutto sarebbero sensibili al quantitativo di acqua presente nel terreno. In presenza o meno di sottovasi, quindi, il ristagno è dannoso per molte piante!
Come evitare i ristagni?
Per poter evitare il verificarsi di condizioni che possano portare sofferenza alla pianta posta in vaso, una delle operazioni tanto semplici quanto importanti che andrebbero effettuate con regolarità è quella di svuotare con cura i sottovasi che risultino pieni d’acqua. In questo modo, il terreno e, di conseguenza, le radici potranno tornare a respirare.

Soprattutto dopo intense piogge o nel caso in cui il vaso sia posto in un punto del giardino facilmente raggiungibile dai getti d’acqua dell’impianto di irrigazione, dare un’occhiata ai sottovasi è fondamentale per poterli svuotare nel minor tempo possibile, ristabilendo le condizioni idonee alla crescita della pianta. Ma non è tutto!
Potresti valutare di spostare i vasi dalle zone troppo umide o troppo esposte sia alle piogge sia alle pratiche di irrigazione automatiche, soprattutto in presenza di piante particolarmente suscettibili al ristagno. Inoltre, evitare tu stesso di bagnare in maniera eccessiva può essere un primo passo per salvaguardare il benessere delle radici e di tutte le altre parti della pianta.